Miglio blu - Cachilli 05

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La Gazzetta del Mare

La Gazzetta del Mare

Dal nostro inviato Lella Pedretti

Camogli, 20 agosto 2009

Solita vita sulla spiaggetta "privata" del Prelo. Solita, ma gradita. Ogni giorno puntualmente gli habitué del mese di Luglio e di Agosto arrivano alla spicciolata, e… guai (!) se qualcuno si attarda o si assenta senza informare della motivazione.
Riflettendo, la vita vacanziera che si svolge in tale angolo del Tigullio, segue ritmi cadenzati: nuotata oltre confine per i primi che arrivano quando ancora la spiaggia è del… mare!
Ritorno e saluto al secondo gruppo che arriva con più calma: conversazione su diversi argomenti, mai troppo impegnativi (si è in vacanza), osservazione sulla crescita dei bambini e ragazzi che si presentano dopo un anno di scuola, aggiornamenti su pensionamenti vari o indisposizioni passate durante l'inverno.
Sole, revisione sul grado di abbronzatura raggiunto, sonnecchiamenti, letture, tuffi, lezioni di nuoto ecc.
Ai primi di agosto ci sono tutti e il quadro di aggiornamenti è completo.
Un sociologo potrebbe annotare che in tale modo, come del resto in ogni angolo di spiaggia, si è sviluppato il fenomeno di gruppo. Anche qui, conscio o inconscio esistono i capi e via via gli associati: quelli di antica data, non per età (!), ma di frequenza e  tutti quelli che si sentono, naturalmente, non per tesseramento, facenti parte.
E' così che un giorno (siamo ai primi di Agosto) Giugi, una signora che era stata notata più per le belle nipotine che non come esperta nuotatrice, informa che a Camogli è stato predisposto un percorso per nuotatori, tutto segnalato da boe, della lunghezza di un miglio marino.
E che è il …"miglio marino"? Subentra la cultura, chiamiamola, di gruppo o comunitaria. Ognuno mette a frutto le proprie competenze, per cui (parlano i marittimi) si viene a sapere che il miglio marino o nautico misura 1852 metri.
La cosa non tange più di tanto i…(lasciatemelo dire) 'normali' che, saputa la notizia e anche apprezzata, ritornano alle conversazioni o, al massimo, si tuffano in acqua per raggiungere la prima "boina", poi la seconda e così via.
Non così per due (si parlava di 'capi') che, appresa la notizia del percorso, iniziano a fantasticare ed organizzare la spedizione. Primo pensiero: i partecipanti. Secondo pensiero: gli accompagnatori, nonché pubblico plaudente. Terzo pensiero: l'organizzazione. (es.: chi porterà le mutande asciutte ecc.).
E' il 16 Agosto quando, Gino e Paolo   ( così sveliamo i nomi di chi, senza volerlo, hanno assunto nel tempo il ruolo di referenti) all'insaputa di tutti si recano a Camogli per un sopralluogo e per un primo impatto con il progettato percorso.
Tornano il giorno dopo trionfanti ammettendo che il tutto è possibile, facendo ben capire che, se qualcuno avesse avuto qualche velleità sulla eventuale partecipazione, doveva sopirla, perché possibile sì, ma per esperti.
Possono rispondere all'appello solo i "due" con Giugi la messaggera, e Marinella, nota anch'essa per le sue nuotate 'fuori porta'. Pare che anche lei privatamente fosse andata a perlustrare la zona in quel di Camogli.
E' il 18 Agosto 2009. Data storica per i "pruxa de ma". (mi pare di ricordare che si scrive così,comunque per la spiegazione di questo titolo, rimandiamo al giornale del 28 luglio 2004)
L'appuntamento è a Camogli, in prossimità dell'Hotel dei Dogi.
Gino e consorte Norina, Paolo e consorte Annamaria raggiungono puntuali il luogo prefissato in scooter.
Giugi, Marinella con Lella e Maria Antonietta (queste due per coreografia) avrebbero fatto onore a Trenitalia da Rapallo a Camogli, ma… guarda caso, a causa dell'occasionale ritardo del treno, sono costrette a precipitarsi in auto sulla Aurelia, per non ritardare troppo il momento tanto atteso della "sparata" di partenza.Tutti in fila quindi sulla spiaggia ancora all'ombra del favoloso Hotel.
Scocca il momento.
Ore 9: Giugi, Marinella, Gino, Paolo entrano in acqua, scortati a nuoto fino alla prima boa dalle due fedelissime consorti. Saluti e raccomandazioni: i quattro vanno… solcando le meravigliose acque, le due rientrano per vivere la dolce attesa del ritorno.
Qui subentra il diario di bordo acquatico:
I quattro, definiti spericolati, procedono uniti a buon ritmo fino ai 1000 metri. Constatato che ormai tanto è stato realizzato raggiunto quindi il punto di non ritorno, orgogliosi di tanta prestanza, riprendono a nuotare di buona lena. (1000 e ancora 1000!) (Intanto sulla spiaggia le consorti fissano lo sguardo lontano tra quelle acque sfidate dai loro mariti e sognano il momento del rientro; non dimentichiamo sempre la parte coreografica rappresentata da Lella e Antonietta)
1300 metri. Gino intima l'alt. Non gli può sfuggire che sul fondale di 4/5 metri un polipo si muove molto lentamente assumendo di volta in volta il colore dello scoglio su cui si posa. Sosta di gruppo per ammirare la scoperta.
E' anche il momento di passare la boa di segnalazione (a cui era appeso un sacchetto a tenuta ermetica contenente i vestiti e le ciabatte della compagnia) da Gino a Paolo. E' l'ultimo tratto.
A pochi metri dalla riva della casa denominata "Lo Scalo",  Marinella ha l'onore, come valletta del gruppo, di baciare la boa dei 1852 metri. In quel momento le campane della Chiesa di Camogli salutano tale eroica impresa con il rintocco delle campane. (Erano semplicemente le ore 10…, ma la cosa non è sfuggita ai quattro eroi che al sottofondo di quel suono si scambiano a vicenda congratulazioni per l'impresa serenamente riuscita).
Come realizzare il ritorno? La carica è tale che le proposte sono diverse: tornare a nuoto? (Le campane avrebbero suonato le 11!), uscire e raggiungere a piedi il punto di approdo del traghetto? Nuotare fino a Punta Chiappa? Giugi, non ascoltata, propone addirittura di arrivare a San Fruttuoso.
(E noi l'avevamo notata come nonna di due bimbe!). Si stabilisce di arrivare all'attracco.
Con tanta meritata vittoria sulle proprie abilità e resistenza marina, i quattro prendono terra a Scoglio Grosso, una decina di metri prima del moletto di attracco del battello e in prossimità di una trattoria. Desiderano brindare a suon di caffè, ma… il locale apre a mezzogiorno, per cui se ne devono andare con una voglia di caffè ancora più grande.
Ore 10.45 in punto: i nostri eroi salgono sul traghetto vuoto per Camogli dove sbarcano dopo 10 minuti, mentre un'altra imbarcazione sta per salpare alla volta di Punta Chiappa stracarica di turisti.
Il rientro e l'incontro con gli accompagnatori (rispettive mogli e le solite due) deve essere dignitoso, quindi urge rivestirsi (ricordiamo il guardaroba trainato prima da Gino poi da Paolo). Il lungo mare fa da sala vestizione. Giungono così, inaspettati in quel momento, (perché il calcolo dell'impresa preannunciava tempi più lunghi), ma tanto applauditi sulla terra di partenza.
Entra in scena, dopo baci e abbracci, Norina, o meglio, la focaccia che provvidenzialmente Norina aveva procurato per rifocillare i grandi nuotatori. Di quella, sempre per la teoria comunitaria di gruppo, fanno parte anche coloro che il nuoto lo avevano praticato a breve distanza.
E così è stato celebrato il 18 Agosto 2009, in quel di Camogli con la grande impresa dei definiti grandi nuotatori di Prelo, i quali si augurano di arricchire il gruppo per una impresa ancor più suggestiva per il prossimo anno.  

 
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