Diario Camino 15 - Cachilli 05

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Viaggi
Camino de Santiago 2015
 
1 febbraio
Oggi Juan mi ha detto che avrebbe intenzione di percorrere un tratto del Camino a maggio. Il percorso che avrebbe intenzione di fare si articolerebbe in due tranche: la prima da Sarria a Santiago e durante questa parte ci sarebbe anche suo nipote Alvaro che vive e lavora a Madrid e non può dedicare più di una settimana a Camino, la seconda parte da Santiago a Fisterra
che non ha mai fatto. Per la verità anch’io non ho mai fatto questa parte di Camino.
Ha già parlato con Ricardo che gli ha dato immediatamente la sua disponibilità e deve ancora prendere contatto con Carmelo. Io gli ho chiesto di farmi valutare la proposta.
 
3 febbraio
Anche oggi mi sono connesso con Juan per informarlo che potrei fare parte del gruppo, ma solo nella prima quindicina di maggio. Mi conferma che non c’è nessun problema anzi la stagione dovrebbe essere ottimale, non calda, con giornate già abbastanza lunghe considerando anche l’esperienza dello scorso anno durante la quale abbiamo sempre avuto bel tempo. M’informa che Ricardo suggerisce di iniziare il Camino non da Sarria ma da Ponferrada.
Juan mi dice che potremmo recarci a Ponferrada insieme da Santander. Sono d’accordo e quando gli chiedo di cercarmi un albergo vicino a casa sua, mi dice che mi ospiterà senz’altro da lui.
Gli chiedo di interpellare Rufino mentre io mi metterò in comunicazione con Gianni il Calamaro sperando che entrambi possano far parte del gruppo.
 
5 febbraio
Il Camino che abbiamo intenzione di fare è di circa 300 Km in 12 giorni, pertanto cerco combinazioni di viaggio che rientrino nei limiti temporali prefissati e per sera prenoto la partenza il 28 aprile mattina da Orio al Serio con arrivo a Santander, e il ritorno da Santiago il pomeriggio del 13 maggio con arrivo la sera a Linate. Nel frattempo sia Rufino sia Gianni ci hanno fatto sapere che non potranno unirsi a noi per altri impegni già presi.
 
6 febbraio
Ho inviato una mail a Juan con i miei piani di volo e lui mi ha mandato un programma del Camino:

1-viernes.- Ponferrada-Villafranca del Bierzo............22,350 km
2-sabado.- Villafranca del Bierzo-O Cebreiro............29,730 km
3-domingo.- O Cebreiro-Triacastela..........................21,690 km
4-lunes.- Triacastela-Sarria.......................................24,500 km
5-martes.- Sarria-Portomarin.....................................22,750 km
6-miercoles.- Portomarin-Palas de Rey.....................25,000 km
7-jueves.- Palas de Rey-Arzua..................................29,520 km
8-viernes.- Arzua-Pedrouzo.......................................19,200 km
9-sabado.- Pedrouzo-Santiago de Compostela.........20,000 km
10-domingo.- Santiago-Negreira................................21,260 km
11-lunes.- Negreira-Olveiroa......................................33,000 km
12-martes.-Olveiroa-Corcubion-Fisterra.......19,510+10,520 km
  
Mi sembra una buona tabella di marcia anche se qualche tappa mi preooccupa per la lunghezza altre per la difficoltà, specialmente da Santiago a Fisterra: cercherò pertanto di allenarmi molto bene.
 
27 aprile
Domani è il giorno della partenza!
Preparato lo zaino e presi gli ultimi accordi con Juan che incontrerò all’aeroporto di Santander, devo solo puntare la sveglia perché dovrò muovermi molto presto per arrivare a Bergamo in orario per il volo.
 
28 aprile
Alle sei prendo il bus per l’aeroporto e il viaggio prosegue senza intoppi fino a Santander dove incontro Juan che mi conduce a casa sua dove conosco personalmente Mariluz.
Sistemate le mie cose usciamo per un breve giro a piedi della città perché l’abitazione non è distante dal centro.  Juan mi fa da guida indicandomi i principali monumenti e in particolare  la cattedrale in stile gotico dei secoli XIII-XVI che si eleva su una piccola altura preceduta da una scalinata. Nella cripta sono conservate le teste dei  martiri Sant'Emeterio e San Celedonio, patroni della città, che furono decapitati per la loro fede cristiana e per questo non appare mai il resto del corpo.
Dopo una breve “siesta” pomeridiana, con Juan e Mariluz facciamo una passeggiata sui bellissimi i viali del lungomare: il "Paseo de Reina Victoria", panoramica lunga 3 km ornata da giardini,fontane, gli alberghi principali in stile del primo 900 e i locali di ritrovo. La vista sulla baia ci fa ammirare il "Faro", la Magdalena, penisoletta che ospita il palazzo real il "Paseo de Pereda", i resti del porto romano accanto a "Puertochico", piccolo porto dedicato alla pesca, il "Museo y casa-museo de Menéndez y Pelayo", dimora del letterato e scrittore Marcelino Menéndez y Pelayo e il celebre gruppo di sculture bronzee raffiguranti bambini che si tuffano in mare.
Ceniamo al ristorante “Radio” dove, dopo un aperitivo accompagnato dal tradizionale e tipico “pincho”, mangiamo “marisco” (frutti di mare) e per la prima volta assaggio i “percebes”,malgrado l’aspetto tutt'altro che invitante, questi crostacei, da molti considerati i re dei frutti di mare che crescono sulla costa rocciosa battuta dal mare aperto, racchiudono carni gustose e prelibate che li rendono un prodotto estremamente pregiato e ricercato. In Galizia i perceiberos rischiano la vita per raccoglierli dagli scogli.
 
29 aprile
Oggi Juan vuole farmi visitare alcune interessanti località della Cantabria pertanto facciamo una veloce colazione e partiamo, con tempo variabile, per la nostra prima meta: la Cueva El Soplao. Le grotte Soplao furono scoperte all’inizio del XX secolo durante un’esplorazione della miniera denominata Florida e hanno una lunghezza di oltre 30 Km. L’abbondante e completa varietà di formazioni fa si che El Soplao sia una cavità unica per bellezza e spettacolarità a cui si accede per mezzo del trenino che una volta veniva usato dai minatori.
Nei dintorni una menzione particolare va alla zona denominata “falso suolo” un’area con cime che superano 2600 metri di altitudine a tutt’oggi ancora ricoperte di neve.
Prima di dirigerci alla nostra prossima meta facciamo una deviazione a Pechon caratteristico “pueblo” cantabrico sulle coste del golfo di Biscaglia, dove risiede Lola una cugina di Juan.
Per l’ora di pranzo siamo a  Potes  alla confluenza dei pescosissimi fiumi Deva e Quiviesa e dove anche il generalissimo Franco veniva a pescare. L'economia locale si basa sull'agricoltura e soprattutto sul turismo in quanto a differenza del resto della Cantabria che ha un clima atlantico, la Comarca di Liébana gode di un microclima mediterraneo circondata dalla bellezza naturale del territorio che è tutelato anche dall'esistenza del Parco nazionale dei Picos de Europa. Potes è stato dichiarato luogo d’interesse turistico regionale della Cantabria. Non bisogna dimenticare che nel territorio di Potes si produce il miglior Orujo di Spagna. Passeggiando per le vie si possono ammirare: la Torre de l'Infantado, del XV secolo (oggi sede municipale), la Torre de Orejon de Lama, del XVI secolo e Iglesia de San Vicente, edificio gotico dei secoli XV e XVI.
A pochi chilometri da Potes si trova il monastero di Santo Toribio de Liébana, un monastero francescano situato tra i Monti Cantabrici nel comune di Camaleño,  Il monastero ospita alcune opere del Beato di Liébana e il Lignum Crucis, secondo i cristiani cattolici il pezzo di legno più grande della croce usata per la crocefissione di  Cristo. Nel chiostro è visibile la Porta Santa che viene aperta ai pellegrini all'inizio di ogni Anno Giubilare (l'ultimo è stato il 2006). Insieme a Gerusalemme, Roma, Santiago de Compostela e Caravaca de la Cruz, è considerato uno dei luoghi santi del cristianesimo.
Sulla strada del ritorno facciamo una sosta alla Iglesia de Santa María (Lebeña). La chiesa è una delle maggiori testimonianze di arte preromanica in Cantabria, denominata «arte de repoblación» o mozárabica. Alcuni documenti del 924 indicano nei conti di Liebana Don Alfonso y Doña Justa come coloro che fecero edificare la chiesa. In particolare in un documento del 925, che si trova nel “Cartulario del Monasterio de Santo Toribio de Liébana” si legge quanto segue:
  
En nombre de Dios. Sea notorio y manifiesto que yo el conde Alfonso y mi esposa, la condesa Justa, edificamos la iglesia de Santa María de Lebeña
para trasladar el cuerpo de Santo Toribio a ella.......”
  
Infatti l’edificio a pianta centralizzata è tipco delle capelle funerarie. Di particolare interesse è il campanile discosto dalla costruzione principale.
Prima di rientrare sostiamo all’Albergue Guemes  che si trova a pochi chilometri da Santander sul Camino del Norte, uno dei percorsi che portano a Santiago. Qui padre Ernesto, prete missionario, si è ritirato per dedicarsi all’assistenza dei pellegrini che percorrono queste strade.
Giunti in città ci incontriamo con Mariluz per un aperitivo prima di rientrare in casa, dove ceniamo e infine, stanchi ma soddisfatti, ci ritiriamo a riposare.  
 
30 aprile (variabile)
Sono da poco passate le otto e, dopo aver ringraziato Mariluz per l’ospitalità, partiamo in macchina per Ponferrada. Lungo il percorso ci fermiamo a Carrion des los Condes per un caffè e notiamo parecchi pellegrini in cammino, che ci ricordano che anche noi lo scorso anno eravamo su questa stessa strada e dopo esserci guardati in  faccia, ci siamo detti: « hanno da percorrere solo 400 km a piedi prima di arrivare a Santiago! ». L’autostrada passa a 500 metri da Bercianos del Real Camino così non si può andar oltre senza una sosta per salutare la signora Rosa che, come sempre ci accoglie calorosamente.
Alle dodici siamo al “Hostal San Miguel” di Ponferrada e qui poco dopo ci raggiunge Ricardo che ha iniziato il Camino a Astorga quindi ha 2 giorni di marcia nelle gambe.
Il tempo di sistemarci e siamo diretti a Cacabelos dove ci apetta Lola la cugina di Juan per un pranzo tipico del Bierzo.
A tavola siamo in 7:
  
·         Lola, la cugina di Juan
·         Gelo, suo marito
·         Mario Gonzales, un amico di Lola,  con suo nipote
·         Juan, Ricardo e io
  
Prima di pranzo, come aperitivo, degustiamo i vini prodotti da Gelo, ora in pensione, che possiede e lavora un vigneto da cui ricava vino rosso, bianco, e rosato solo per proprio consumo o da condividere con gli amici. Il tutto viene  accompagnato da un piatto con pinchos. Lola, la personificazione dell’ospitalità’, ha imbandito una tavola dove non manca nulla e con il “botillo” come portata principale. El botillo de El Bierzo es un producto cárnico elaborado con diferentes piezas procedentes del despiece del cerdo ( costilla , rabo y huesos poco descarnados), troceadas, adobadas con sal , pimentón y ajo y otras especias naturales, embutido en el ciego del cerdo , ahumado y semicurado.Botillo di El Bierzo è un prodotto a base di diverse parti di carne di maiale tritate, condite con sale , paprica, aglio e spezie naturali, insaccate e affumicate.  E’ consumato cotto, avvolto preferibilmente in un panno di maglia per evitare accuratamente rotture e ottenere un gustoso stufato. Dopo dolci e caffè, per digerire, non possono mancare diversi giri di chupito.
Nel pomeriggio Mario ci intrattiene con antiche canzoni medioevali del nord della Spagna accompagnandosi con il rabel, vecchio strumento musicale simile al violino.
Prima di riaccompagnarci a Ponferrada Lola ci porta sulle colline circostanti per una visita a “Tope de Prada” una azienda vinicola della zona famosa oltre che i suoi vini anche per i prodotti del Bierzo.
Quando rientriamo in albergo oramai è buio pertanto ci ritiriamo a dormire perchè domani inizierà il nostro Camino.
 
1 maggio – Villafranca del Bierzo Km 23,520 (Pioggia)
Alle 6,50, ancora col buio e sotto una pioggerella che ci obbliga ad indossare la mantella, usciamo dall’albergo per intraprendere il nostro cammino verso Santiago. Alle 8,30 siamo a Fuente Nuevas dove, accanto all’Ermita del Santo Cristo, facciamo una pausa per un caffè. Riprendiamo la strada e nel bosco dopo Camponaraya vediamo un paletto, dove è indicato che mancano 194,500 Km a Santiago.
Alle dieci siamo nuovamente a Cacabelos, dove all’ingresso del paese si trova “La Moncloa de San Lazaro” tipico locale del Bierzo ed è qui che ci aspetta Lola per offrirci la colazione e accompagnarci a visitare la chiesa Ermita de San Roque.
Riprendiamo il cammino attraversando un paese in festa con un gran mercato dove affluisce gente da tutto il circondario.  Alle 12,30 siamo a Villafranca del Bierzo,  prendiamo alloggio a “Albergue Leo” (gestito da conoscenti di Lola). Trascorriamo il pomeriggio visitando la chiesa romanica de Santiago con il portale che si apre solo in occasione dell’Anno Santo, il tempio gotico di San Francesco e la Collegiata di Santa Maria.
 
2 maggio – O Cebreiro km 29,300 (Pioggia)
Oggi ci attende una delle tappe più difficoltose del Camino e per complicare la situazione questa mattina alle sei lasciamo l’albergo sotto una fastidiosa pioggia. Ci avevano detto che, appena attraversato il ponte, all’uscita del paese, avremmo trovato un bar aperto invece dobbiamo arrivare a Trabadelo, dopo 10,500 Km, per fare colazione. Sempre sotto una pioggia insistente giungiamo a Herrerias. Anche qui facciamo una breve sosta per asciugarci e cambiarci perché fradici. Quando riprendiamo il cammino, la strada inizia a salire e sarà così per i restanti 9 Km e per giungere A Faba seguiamo il percorso originale che si inerpica nel bosco. Arriviamo stanchi morti e dobbiamo fare una pausa nel bar del paese, dove fortunatamente c’è acceso il fuoco del camino che ci permette di asciugare le mantelle bagnate fuori per la pioggia e sotto per il sudore.
Quando riprendiamo la strada, mancano 5 Km alla nostra meta, il tempo è peggiorato e il percorso è un acquitrino fangoso in cui si sprofonda fino alle caviglie. Fortunatamente mi aiuto con i bastoncini che un paio di volte mi salvano da cadute per brutti e pericolosi scivoloni. Arriviamo a Lagua de Castela sfiniti. Juan ed io ci sediamo a riposare e invitiamo Ricardo che è ancora in forza a proseguire per trovare alloggio. Quando riprendo la salita, i piedi non voglio andare avanti è la testa che mi spinge a proseguire. Fortunatamente Juan è al mio fianco! Impieghiamo circa un’ora a percorrere i 3 Km peggiori della mia vita ma esausti arriviamo alla meta e con piacere apprendiamo che Ricardo ha trovato due camere confortevoli dove, dopo un pranzo a base di pulpo che non gusto per la stanchezza, possiamo finalmente riposare.
Il pomeriggio smette di piovere così passeggiamo per il piccolo pueblo, dove hanno conservato molto bene le pallozas, antiche abitazioni di pietra con tetto di paglia, abitate fino a poco tempo fa. Anche questa sera ci ritiriamo presto.
E’ il terzo anno che sono sul Camino, come pure Juan, ma non ci ricordiamo un giorno faticoso come quello di odierno.
3 maggio – Tricastela Km 22,350 (vento e pioggia)
Anche questa mattina alle sette quando usciamo dall’albergue, come da previsioni, piove e per di più soffia un vento freddo. Il cielo è talmente coperto che crea una nebbia bassa che non permette di vedere attorno.
La nostra prima meta a 9 Km è Alto do Poio, che con i suoi 1335 m. è il punto del Camino più alto in Galizia. All’altezza di Hospital da Condesa io lascio il percorso originale perché fangoso e con pietre scivolose e mi metto sulla carretera dicendo a Ricardo e Juan che ci saremmo riuniti al bar in cima alla salita, ma per le difficoltà anche loro preferiscono seguire la mia scelta. Il bar è pieno di pellegrini infreddoliti e anche noi cerchiamo di scaldarci, accanto al fuoco, con una bevanda calda. Quanto stiamo per lasciare il bar, il titolare ci informa che anche la parte restante della tappa è nelle stesse condizioni della precedente  pertanto proseguiamo sull’asfalto sferzati da una pioggia battente e un forte vento. Giunti a Pasantes riprendiamo il percorso originale cosi quando passiamo da Ramil possiamo ammirare il castagno pluricentenario tanto pubblicizzato.
Alle 11,30 giungiamo a Tricastela e prendiamo alloggio all’albergue “A Horta de Abel” situato in una antica casa in pietra ristrutturata. Oggi siamo i primi ad alloggiare qui pertanto con comodo ci sistemiamo e, prima di pranzo, tutti i nostri indumenti sono già nella lavatrice (i calzoni sono infangati fino a metà polpaccio) mentre scarponcini e mantelle  asciugano accanto al camino  acceso.  Il paese è piccolo e dopo il pranzo ci stendiamo sui nostri letti per un sonnellino. Quando ci risvegliamo la nostra camera da dieci posti è completa. C’è una schiarita nel cielo ne approfittiamo per fare quattro passi e bere una birra seduti ad un tavolino all’aperto. In albergo c’è una buona connessione internet così usando Viber faccio una lunga chiacchierata con Annamaria.
Le notti precedenti ho sempre riposato in un letto vero, mentre da questa notte dormirò nel mio sacco a pelo.
 
4 maggio – Sarria Km 20,400 (pioggia)
Quarto giorno di cammino e quarto di pioggia! Infatti, anche questa mattina alle sette quando usciamo dall’albergo, piove e piove bene! Fortunatamente c’è un bar aperto così possiamo fare colazione prima di iniziare la nostra camminata.
Alla fine del paese si prospetta una scelta: girare a sinistra e seguire la via che passa da Samos dove si trova il monastero di San Julian e Santa Basilisa che però in questo periodo non è visitabile oppure girare a destra sul percorso originale che passa da San Xil. Decidiamo per questa strada che si inerpica sulla montagna tanto che subito dopo San Xil a Riocabo siamo a 907 s.l.m. Il tempo non migliora e da quanto piove spesso mi devo fermate per  pulire gli occhiali bagnati che non mi permettono di vedere  dove metto i piedi. A metà tappa pausa caffè, sembra che il tempo voglia migliorare ma non ci fidiamo pertanto riprendiamo la strada con le mantelle e per le 11,30 siamo a Sarria. Faccio la scalinata di buon passo e Juan si rallegra con me dicendomi che non soffro più della “sindrome della scalera” per la quale due anni prima mi aveva preso in giro.
Poiché il lunedì la pulperia Cantina da Luis è chiusa per riposo pranziamo in un locale vicino a “Don Alvaro” l’albergue dove siamo alloggiati, e mi riscaldo con una abbondante razione di “caldo gallieco” (minestra locale a base di cavolo).
Nel pomeriggio dopo la consueta siesta, giacché è riapparso il sole accompagnato da un forte vento, facciamo quattro passi e visitiamo la chiesa romanica di Santa Marina del XIII secolo e raggiungiamo il monastero della Magdalena.
Pensando a Gianni ceniamo con un bocadillo di calamari quindi rientriamo in albergo dove Alvaro ha acceso un gran fuoco che ci riscalda. Per essere onesto non so se ci riscalda di più il fuoco del camino o i chupito che beviamo fatto sta che ci ritiriamo a dormire non sentendo minimamente il freddo che c’è fuori.
 
5 maggio – Portomarin Km 22,700 (pioggia e sole)
Come oramai d’abitudine alle sette dopo colazione riprendiamo il cammino. Sembra che il tempo voglia migliorare e per ora non piove. All’uscita del paese vediamo, alla nostra sinistra, la chiesa del Santo Salvatore, mentre alla destra da una terrazza si può ammirare tutta la cittadina (a parte Santiago la più grande della Galizia che s’incontra sul Camino). Le nostre attese sul miglioramento climatico finiscono dopo pochi chilometri perchè riprende a piovere.
Subito dopo Barbadelo incrociamo un pellegrino che fa il percorso al contrario e ad accompagnarlo ci sono il suo mulo e il suo cane. La strada è in continua salita e il fondo a causa del tempo è talmente brutto che ci obbliga a rallentare il passo.
Iniziamo a incontrare più pellegrini poiché Sarria è il punto più importante di partenza sul Camino Jacobeo e chi inizia il percorso da qui percorre la distanza minima necessaria per ottenere  la certificazione della Compostela a Santiago.
A Morgade circa a metà della tappa odierna, incontriamo il primo bar ci fermiamo per un caffè e poche centinaia di metri dopo, altra breve sosta per una foto ricordo accanto al ceppo che segna gli ultimi 100 km. La pioggia smette e ci permette di camminare più agevolmente, ma giunti a Vilacha (3 chilometri da Portomarin) improvvisamente ci colpisce un temporale che prima di darci il tempo di indossare le mantelle ci ha già bagnato tutti. Comunque alle 12,30 attraversiamo il ponte sul Rio Migno  e affroniamo  la scalinata che finisce con un arco e una cappella che segna il punto d’accesso al paese attraverso il vecchio ponte.
Alloggiamo al “Ferramenteiro” e visto come sono ridotti i nostri indumenti prima di pranzo provvediamo a lavatrice ed essiccatrice. Trascorriamo il pomeriggio passeggiando per il paese e visitando la chiesa di San Nicolas (ora San Juan) edificata tra il XII E XIII come chiesa-fortezza.
In attesa che ci raggiunga Alvaro il nipote di Juan che ci accompagnerà a Santiago ceniamo in albergo. Quando arriva, non c’è bisogno che ci sia presentato perché è la fotocopia dello zio.
Questa sera c’è la finale di coppa tra Real e Juve pertanto sono tutti davanti alla televisione. Solo Ricardo e io non siamo interessati  e, disponendo di una buona connessione internet, con WapaWapa trasmetto ad Annamaria un po’ di foto di questi giorni.
 
6 maggio – Palas de Rei Km 23,700 (sereno)
Questa mattina alle sei quando ci svegliamo in cielo c’è la luna: finalmente una giornata serena! Ci stiamo preparando per uscire quando due signori, Silvano (che soprannomineremo l’elegante perché a differenza di tutti i pellegrini che indossano abbigliamento comodo e sportivo lui è sempre in camicia e calzoni di gabardine) e Ireneo, che hanno iniziato il camino ieri a Sarria, ci chiedono se possono unirsi a noi. Più che volentieri li accogliamo nel gruppo.
Siamo a 2000 Km più a ovest di Milano pertanto alle 6,40 quando partiamo in direzione di Palas de Rei è ancora buio e dobbiamo usare le nostre torce frontali per vedere dove mettere i piedi, ma ancora più importante vedere le frecce gialle che ci indicano il percorso. Dopo oltre un’ora di cammino, a Gonzar, finalmente troviamo un bar aperto che ci permette di fare colazione. Giunti a Ligonde altra breve pausa e verso e 12,30 entriamo da “Meson de Benito” dove non essendoci molti pellegrini in 6 alloggiamo in una camera da 12.
Fortunatamente ora quasi tutti gli albergue per pellegrini hanno lavatrice e essiccatrice e anche oggi prima di pranzo sono già in funzione per il nostro bucato.
Pranziamo in albergo e ne approfitto per gustarmi due piatti di paella di pollo.  
Dopo la siesta, come oramai consuetudine, passeggiata per il paese e prima di rientrare acquistiamo chorizo e frutta per una cena leggera alla fine della quale Juan e Alvaro vanno a vedere la partita alla televisione mentre come il giorno precedente Ricardo e io ci ritiriamo a preparare le nostre cose per domani
Fortunatamente oggi è stato il primo giorno senza pioggia. E’ stato tutto un altro camminare. Speriamo che domani ci sia ancora bel tempo poiché sarà una giornata lunga e faticosa.
 
7 maggio Arzua Km 30,500 (sereno)
Questa mattina alle 6,30, dopo avere fatto colazione, iniziamo la tappa odierna, ma poco dopo Ricardo deve fare una pausa mentre noi continuiamo il percorso molto fangoso per le continue piogge dei giorni scorsi. A Campanilla ci fermiamo ad aspettare Riccardo e ne approfittiamo per un caffè con una gigantesca brioche. Ricompattato il gruppo riprendiamo il cammino e dopo un’oretta siamo a Furelos  Per entrare in questo tipico paese della Galizia si passa sul ponte medioevale, risalente al XII secolo, considerato uno dei gioielli dell'architettura civile sul Cammino di Santiago, menzionato in un documento dei "Tumbos del monasterio de Sobrado de los monjes"  e nel Codex calixtinus (considerato  la prima guida sul Camino de Santiago). Subito oltre si incontra la chiesa San Xoán de Furelos (S. Giovanni) in stile romanico medioevale dove sul lato destro si può ammirare l'imponente pala d'altare neogotico del Santo Cristo, con la mano destra tesa verso i pellegrini, che riflette la grande espressività drammatica resa dallo scultore Manuel Cagide nativo di  questo paese. Pochi chilometri oltre raggiungiamo Melide famosa sul camino per le “pulperie”. Anche noi ci fermiamo “A Garnacha” e anche se non sono ancora le dieci assaporiamo un eccellente pulpo innaffiato da un eccellente Albarigno fresco per terminare brindando con un paio di Orujo, Al brindisi si uniscono a noi un gruppo di 4 ciclisti italiani che per sera devono arrivare a Santiago,.
Prima delle undici siamo già all’uscita del paese, dove incontriamo molte signore si recano ancora alla fonte per fare il bucato.
La strada è un continuo sali e scendi anche difficoltosi e passato Ribadiso de Baixo affrontiamo l’ultima salita che dopo 7 ore di cammino diventa durissima, ma alle 14 siamo sistemati all’albergue “Via Lactea” e non avendo appetito, visto quanto abbiamo già mangiato in pulperia,  sediamo ai tavolini di un bar per godere una birra fresca e il sole pomeridiano.
Ceniamo in albergo con prodotti tipici della zona e come oramai d’abitudine, ci ritiriamo presto, anche se domani non ci aspettiamo una tappa particolarmente difficile, ma siamo ancora stanchi per quella di oggi.
 
8 maggio Pedrouzo Km 19,800 (variabile, pioggia)
Ci muoviamo prima delle sette non c’è il sole, ma sembra una buona giornata per camminare. Il nostro ottimismo naufraga immediatamente perchè prima di uscire dal paese una pioggia non forte ma fastidiosa ci accompagna per tutto il percorso.
Ci sistemiamo all’albergue “Otero”, che già conosciamo (come gli alberghi precedenti) e quando torniamo dal pranzo nella nostra camera tra gli altri pellegrini c’è Blanca, una signora di   Barcellona, che dice di ricordarsi di me perché lo scorso anno alloggiavamo nello stesso albergo a Mansilla de las Mulas. Così si unisce a noi per il resto della giornata e per la cena che come nei giorni precedenti consumiamo in albergo. Dopo cena chiacchieriamo un’oretta prima di ritirarci a dormire.
 
9 maggio – Santiago de Compostela Km 20,100 (sereno)
Alle cinque suona la sveglia, ma siamo già tutti in piedi e alle 5,30 con le torce sulla fronte, poiché è ancora notte fonda, ci avviamo verso Santiago.
Ricardo dice che dopo circa un’oretta di cammino dovremmo, appena passato il sottopasso della strada nazionale, troveremo un bar aperto ma quando arriviamo è ancora chiuso così continuiamo sulla nostra strada costeggiando l’aeroporto. Subito dopo a Villamaior si incontra Casa Amancio che sulla porta reca un cartello con scritto: apertura ore 8; dopo mezz’ora non si è ancora fatto vivo nessuno pertanto proseguiamo sino a San Marcos, e tra la sede della televisione de Galicia e quella spagnola il camping locale è aperto con bar funzionante così possiamo finalmente fare colazione.
Poco oltre affrontiamo la salita al Monte Gozo (Monxoi) in cima alla quale si trova il monumento eretto in occasione della visita di Papa Giovanni Paolo II a Santiago. Da questa cima nelle giornate serene come oggi si possono notare in lontananza le guglie della cattedrale. Facciamo una breve pausa per le foto ricordo e riprendiamo subito la strada percorrendo gli ultimi 5 km in un lampo percorrendo l’ultimo chilometro del Camino Jacobeo, incontrando la più alta concentrazione di pellegrini. Alle 10 siamo sulla Plaza de Obradorio di fronte alla Cattedrale mentre ci abbracciamo non nascondiamo le lacrime per la felicità della riuscita della nostra impresa. Subito dopo ci rechiamo alla “Oficina del peregrino” dove ci accreditiamo come pellegrini e pertanto ci rilasciano la Credential con la quale si attesta che abbiamo compiuto il Camino.
Meta successiva l’albergo per una doccia prima di recarci alla Cattedrale (cui accediamo dal Portico della Gloria) dove tutti i giorni a mezzogiorno c’è la messa dedicata ai pellegrini, che si termina con la funzione del Botafumeiro, grande incensiere che in passato era utilizzato prevalentemente per coprire il forte effluvio emanato dai pellegrini che affollavano la cattedrale e nella quale spesso trovavano anche ricovero per la notte.
Pranzo obbligatorio a Casa Manolo e trascorriamo il pomeriggio passeggiando per le vie cittadine, facendo qualche acquisto ricordo e seduti ai tavolini di un bar chiacchierando e sorseggiando una bibita e parlando della nostra avventura, mentre per cena ci fermiamo in uno dei tanti locali di Rua Franco per gustare un paio di tapas innaffiate da vino bianco fresco.
Rientrando in albergo notiamo che in tutte le strade ci sono spettacoli di ogni genere: orchestrine, suonatori singoli, cori. gruppi di ballerini e altro. Incuriositi, chiediamo la ragione e siamo informati che sono intrattenimenti collaterali alla corsa notturna che sta per partire e percorrerà le strade del centro cittadino.
Domani ci divideremo e così prima di lasciarci ci scambiamo ancora baci e abbracci.
Anche Juan che avrebbe dovuto continuare con noi fino a Fisterra rientrerà a casa per problemi famigliari che sono sorti in questi giorni.
 
10 maggio – Negreira Km 21,800 (nebbia/sole)
Alle 6,30 lasciamo l’albergo e mentre Ricardo ed io stiamo scambiando gli ultimi saluti con Juan e Alvaro che tornano a casa, ci raggiunge Silvano, l’elegante, il quale si unisce a noi  perché viene a Negreira giacché, ci dice, in quel paese  ha una nuova “novia” (!!??!!).
Speriamo di incontrare un bar prima di lasciare Santiago, ma vista l’ora tutti i locali sono ancora chiusi.
E’ la prima volta che faccio questo tratto, ma anche per Ricardo, oramai veterano essendo più di dieci anni che fa il Camino, è la prima volta a piedi fino a Fisterra.
Il percorso è ben segnato, però in queste prime ore della mattina siamo avvolti da una fitta nebbia che a ogni bivio ci obbliga a fermarci per individuare bene le frecce gialle che indicano la direzione da seguire. Quando finalmente compare il sole stiamo camminando in boschi lussureggianti che ci affascinano con tutti i loro colori.
Forse perché è domenica in tutti i paesini che attraversiamo i bar sono ancora chiusi pertanto, senza aver fatto colazione, arriviamo dopo 12 Km, a Augapesada. Qui inizia una ripida salita che termina dopo più di 2 km, ma dobbiamo arrivare a Trasmonte, dove Casa Pancho è aperta e possiamo sostare per la colazione. Il paese seguente è Ponte Maceira. Qui si attraversa il Rio Trombe sul grande ponte medioevale del XIV secolo che sostituisce l’antico ponte romano di Ons. Passiamo davanti alla Cappella di San Brais (abside neoromanica) e vediamo le facciate di molte case blasonate che in questo luogo molti nobili facevano edificare per i loro periodi di riposo.
Arrivati a Negreira salutiamo Silvano che ci lascia e noi per le 11,45 siamo all’albergue “San Josè”, ancora chiuso, così ne approfittiamo per una birra ristoratrice. Alle 12,30 una volta sistemati (letto, doccia, lavatrice, essiccatrice e telefonata a casa) andiamo a pranzo, dove dopo una abbondante insalata mista mi viene servito un gran piatto di callio con garbanzo cui fa seguito una fetta di torta Santiago, caffè e l’immancabile chupito.
Il paese turisticamente non offre nulla pertanto ci concediamo un relax rigeneratore. Visto quanto mangiato a pranzo la sera dobbiamo rifiutare l’invito di un gruppo di pellegrini tedeschi che in albergo stanno preparando una abbondate cena a base di pasta con tonno, chorizo, cheso e altro ancora.
Alle nove siamo già a letto pensando alla tappa di domani: 33 Km sempre su un terreno altalenante, ma quello che ci preoccupa è la distanza
 
11 maggio – Olveiroa Km 33,300 (sole)
Prima delle sette dopo la colazione lasciamo Negreira. La tappa odierna è la più lunga del Camino di quest’anno e, anche se non particolarmente difficile per il percorso, con la giornata di sole che si prospetta oggi, ci preoccupa un poco.
Verso le 10 siamo a Villaserio e ci fermiamo per una breve pausa. Quando ripartiamo, il sole incomincia a picchiare così lungo il tragitto beviamo molto tanto che avendo finito le nostre scorte a Bon Xesus ci fermiamo in una fattoria per chiedere acqua e riempire le nostre bottigliette che però in breve si svuotano nuovamente, ma non c’è nessun posto dove fermarci. Arriviamo a Ponte Olveira e troviamo un bar aperto;  beviamo avidamente una birra fresca accompagnata da un piatto di callio appena fatto che ci rigenera e permette di percorrere, senza troppa fatica, gli ultimi 2 chilometri e alle 14,30 raggiungiamo la nostra meta: Olveiroa paesino dove si possono ammirare vecchi “horreos” (depositi per il granoturco) di pietra ben conservati.
Ci sistemiamo e dopo il pranzo sentiamo il bisogno di riposare ñche facciamo un sonnellino fino alle sette e quando ci svegliamo ceniamo con frutta e yogurt e alle 10 siamo di nuovo a letto.
 
12 maggio – Faro de Fisterra Km 33,100 (sole)
I titolari dell’albergo dove siamo alloggiati ci avevano assicurato che la mattina alle 6 avrebbero aperto per le colazioni, ma poiché non c’è nessuno e tutte le luci sono ancora spente, iniziamo  la nostra ultima tappa.
Fortunatamente dopo 2,5 chilometri, a Logoso troviamo un bar aperto e possiamo fare colazione. Sempre al buio riprendiamo la strada e subito dopo Hospital arriviamo a un bivio, a sinistra si va verso Fisterra mentre a destra si giunge a Muxia.
A passo sostenuto, con un continuo cambio di pendenza, saliamo alla Cappella di Nostra Signora de Neves riscendiamo più a valle per risalire alla chiesetta di San Pedro Martir. Poco oltre in lontananza già si vede il faro di Fisterra. Qui inizia una brutta e pericolosa discesa, di oltre 4 chilometri, ripida, pietrosa e in alcuni punti il fango rende il percorso ancora più arduo, ma alla fine arriviamo a Cee. Sono le 9,30 abbiamo già percorso 18 chilometri, ma oggi non ce la sentiamo di percorrere a piedi tanti chilometri come ieri pertanto durante la pausa decidiamo, trasgredendo il principio dei Camino, di fare l’ultimo tratto in bus. Informatici degli orari scopriamo che alle 10 ne parte uno e se dovessimo perderlo dovremmo attendere per più di tre ore. La stazione dei pullman dovrebbe essere  a circa un chilometro, ma poiché di buon passo impieghiamo circa 30 minuti a percorrere la distanza pensiamo sia scattato il famoso “chilometro elastico” che regola le distanze sul Camino di Santiago!  Comunque prendiamo il bus e alle  11 entriamo nell’albergue “Mar de Fora” a Fisterra.
E’ una bella giornata di sole che ci permette di passeggiare per le vie di questo tipico paesino di mare. Prima però dobbiamo passare all’albergue municipal dove il “Concello de Fisterra”, presentando la Credenziale del Pellegrino ci rilascia un attestato in cui si dichiara che siamo arrivati fino al punto che gli antichi credevano la fine del mondo.
Pranziamo in un ristorante affacciato sul porticciolo con una gigantesca “mariscada”, innaffiata da una bottiglia di Albariño, che ci permette di saziarci di frutti di mare per un po’.
Nel pomeriggio, come turisti prendiamo un taxi che ci porta al Faro, ultimo lembo di terra europea. Per tornare facciamo una passeggiata di 3 chilometri passando per la lunga spiaggia Mar de Fora (che da il nome all’albergo dove alloggiamo) collocata spalle del paese e non possiamo far a meno di bagnarci nelle gelide acque dell’oceano.
Come oramai spesso successo nei giorni precedenti (visto e considerato l’ora e quanto mangiamo a pranzo) per sera cena in albergo a base di frutta e yogurt e terminiamo con un paio di bicchierini di Orujo offerto dalla signora che gestisce l’albergo che dice utili per conciliare il sonno.
 
13 maggio – Santiago de Compostela - Milano (sole)
Sono le 7,50 e siamo già alla fermata degli autobus per Santiago. Ci sono molti altri pellegrini e quando arriva il bus, sistemati tutti i passeggeri con bagagli e biciclette comprese, si parte con più di mezz’ora di ritardo. Nella prima parte del viaggio si costeggia l’oceano, mentre in seguito si attraversa la verde Galizia.
Alle 11 arriviamo a Santiago. Ci dirigiamo subito all’albergo dove Ricardo ha prenotato una stanza per le prossime due notti (ha un volo per Malaga venerdì). Tornati nel centro cittadino, e dopo una visita in Cattedrale passeggiando per le vie principali arriviamo al mercato. Al banco della signora Lolita, vecchia conoscenza del mio amico, faccio acquisti di salumi e formaggio che ho intenzione di portare a casa e che lascio in custodia fino a quando non ripasserò prima di recarmi all’aeroporto. Dopo un aperitivo, sempre accompagnato da pinchos, riprendiamo la passeggiata e passiamo davanti alla pasticceria Ebano famosa per la Torta Santiago, a base di mandorle. Ricardo insiste per comprarne una e a tutti i costi vuole che la porti ad Annamaria. Vorremmo pranzare da Manolo, ma i tavoli sono tutti occupati così in un locale attiguo prendiamo un piattino di pasta con chorizo servito con pane appena sfornato.
Prima di andare alla fermata del bus per l’aeroporto passiamo da Lolita per ritirare gli acquisti cui si aggiunge un vassoio con una gran quantità di prodotti locali. Anche questo è un dono di Ricardo per Annamaria e quando gli faccio presente che ai controlli doganali potrebbero farmi obbiezioni mi risponde: .. mangi tutto prima di imbarcarti.
Giunto il momento di lasciarci ci scambiamo un abbraccio che è un saluto affettuoso. In questi giorni siamo stati molto uniti, aiutandoci nei momenti difficili e scherzando nei momenti di riposo. Credo che con Juan, Ricardo, Alvaro e Blanca, presenti quest’anno, ma anche gli anni passati con Carmelo, Rufino, e soprattutto con O’ddonell, si sia creato un affiatamento che spero possa durare anche in futuro indipendentemente dal Camino.
Essendo in aeroporto in anticipo posso espletare con calma tutte le formalità. Alle 17,30 a dieci minuti dalla partenza  ci informano che il volo subirà un ritardo di mezz’ora. Il rinvio mi mette un po’ in agitazione perché a Madrid ho poco più di 30 minuti per la coincidenza per Milano. Durante il volo recuperiamo qualche minuto e appena atterrato un SMS  mi informa che il mio volo sta imbarcando al gate K73 dove arrivo giusto un minuto prima della  chiusura. Anche stavolta ci sono dei problemi prima del decollo e accumuliamo un’ora di ritardo. Informo Annamaria del rinvio della partenza, ma è già per strada verso l’aeroporto. Giungiamo a Linate alle 22,15 e scopro che il mio bagaglio è rimasto a Madrid e arriverà domani con l’aereo che atterrerà alle 11,30.
P.S. 14/5 in tarda mattinata sono a Linate. Lo zaino è arrivato senza danni, lo ritiro e mi avvio a casa ancora entusiasta per questa ulteriore esperienza di viaggio.


 
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