Matera - Cachilli 05

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La Gazzetta del Mare

La Gazzetta del Mare

 
Introduzione
 
Durante la vacanza al villaggio TiBlu a Marina di Pisticci  ( località costiera dello Ionio con un litorale sabbioso di grande estensione, circondata da una magnifica pineta) hanno organizzato una visita a Matera (capitale europea della cultura per il 2019).
 
Matera è conosciuta in tutto il mondo per i suoi “Sassi” che rappresentano la parte più antica della città e costituiscono una intera città scavata nel tufo abbarbicata sui pendii del vallone chiamato Gravina. Non sono comunque da trascurare le zone  medioevale e barocca.
Purgatorio Nuovo
 
La nostra prima meta è la chiesa del Purgatorio Nuovo edificata tra il 1726 e il 1747 con il contributo della Confraternita delle Sante Anime del Purgatorio, da cui il nome. La facciata, in tardo barocco, con la sua forma convessa spicca nel contesto urbano rendendola unica la fra tutte le chiese cittadine. Sia la facciata che il portale si ispirano ai temi della morte e della vita eterna: nei riquadri del  portone sono riportati ossa e teschi alcuni dei quali sormontati da corone e copricapi, forse a rappresentare appartenenze alle diverse classi sociali, unificate dalla morte. Sull’architrave e rappresentata una scena con due scheletri e un’anima dannata.
Santa Chiara
 
Proseguendo per via Ridola incontriamo la chiesa di Santa Chiara costruita per volontà del vescovo Antonio del Ryos Culminarez, e parte del quartiere Case Nuove sorto per ospitare i lavoratori del seminario Lanfranchi. La facciata sono presenti diversi elementi sia ornamentali che artistici. Il portone ligneo, riccamente decorato, ha ai lati due colonne ed è sormontato dallo stemma del vescovo del Ryos. La sovrastante nicchia ospita la statua della Madonna del Carmine mentre nelle due laterali possiamo ammirare a destra S. Chiara e a sinistra S. Francesco.
 
Palazzo Lanfranchi
 
Sempre in via Ridola si trova il Palazzo Lanfranchi (così chiamato dal suo committente il vescovo Vincenzo Lanfranchi)  costruito nella seconda metà del 1600 e destinato ad essere il Seminario Diocesano. Dopo l’esproprio del 1864 diventò liceo classico e negli anni tra il 1882 e il 1884 fu sede d’insegnamento per Giovanni Pascoli. Ora è Museo Nazionale di Arte Medioevale e Moderna della Basilicata.
 
Sassi
 
Da qui ci dirigiamo verso i Sassi di cui si hanno già riscontri in un documento del 1204 come “rioni pietrosi abitati”. I Sassi sono due agglomerati di abitazioni abbarbicate le une sulle altre scavate nel tufo dove dietro un apparente disordine nascondono accorgimenti e soluzioni tecniche sofisticate. Le abitazioni, che hanno in muratura solo la facciata e il resto scavato nella roccia spesso si affacciano su piazzette sotto le quali si trovano cisterne” e da cui si dipartono strette e tortuose strade, che spesso passano sopra le case sottostanti, formando un labirinto di muretti e ripide scalinate.
 
Vicoli e piazzette
 
Scendendo verso il Sasso Caveoso, caratterizzato ancora oggi da un aspetto antico in quanto le abitazioni sono quasi completamente scavate nel tufo, ci fermiamo in una piazzetta dalla quale si dominano i due rioni sovrastati dalla Civita, sul cui sperone sorge il Duomo. Proseguiamo nel labirinto di viuzze sbucando in una piazzetta dove sono ancora visibili ossa animali usate come travi a sostegno del tetto delle case. Più avanti giungiamo in un vecchio cimitero con le fosse scavate nel strato di tufo delle sottostanti abitazioni.
 
S. Maria de Idris e S. Giovanni in Monterrone
 
Riprendiamo il tour sempre in un sali e scendi di stradine di non facile percorrenza in quanto costruite con pietre scivolose per il lungo logorio e giungiamo in cima allo spuntone roccioso del monte Monterrone dove si trovano due chiese rupestri complementari una nell’altra: S. Maria de Idris e S. Giovanni in Monterrone completamente scavate nella roccia. In questo complesso, che domina il Sasso Caveoso si possono ammirare raffinati e affascinanti affreschi rilevano influssi di arte bizantina.  Si accede da S. Maria de Idris, già documentata nel XIV secolo, e probabilmente deve il suo nome per la presenza, nel sottosuolo, di cisterne per la raccolta di acque. Sopra l’altare maggiore è raffigurata una Madonna con ai lati le “mezzene” antiche brocche utilizzate per la conservazione domestica dell’acqua. Accanto alla Vergine è rappresentata la scena della conversione di S. Eustachio, patrono di Matera. Nella cappella alla destra si trova una crocefissione, mentre a sinistra dell’altare dove si apre un passaggio che porta a S. Giovanni  è raffigurata la Madonna Orante. Gli affreschi di questa chiesa sono databili tra il 1600 e il 1700. La chiesa di S. Giovanni,  nel tempo ha subito diversi rimaneggiamenti, ma conserva pregevoli affreschi eseguiti nei primi secoli del millennio precedente tra cui un Cristo Pantocratore (sec XI), S, Michele e S. Nicola (sec. XIII), S. Pietro e S. Giacomo (sec XIII), lungo la navata S. Giovanni Battista e S. Giovanni Evangelista e altri ancora.
 
Palazzo Sedile
 
Lasciata la chiesa riprendiamo il cammino tra le tortuose stradine dove ammiriamo scorci della vecchia Matera e giungiamo in piazza Sedile, che è considerata il salotto del centro storico della città e su cui si affaccia il palazzo da cui prende il nome. Il Palazzo fu edificato nel 1540 come luogo per le adunanze municipali e sede dell’università. L’aspetto attuale è il risultato dei restauri fatti nel1779 e si presenta con un grande arco d’ingresso con ai lati due torri in stili roccocò sulla cima delle quali sono visibili una meridiana e un orologio. Sopra l’arco si trovano le statue dei patroni: il già citato S. Eustachio e la Madonna della Bruna.
Le Monacelle
 
Per giungere a  “Le Monacelle” passiamo sotto l’arco d’evidente influenza araba che fungeva da portale d’accesso alla Civita, percorriamo via del Riscatto (luogo che fu scenario dell’uccisione del conte Giancarlo Tramontano da cui prese il nome per la riconquista della libertà dal gioco). La struttura del 1594 ampia e architettonicamente complessa originariamente era la sede della  “Conservatoria di S. Maria della Pietà” convento per suore di clausura e luogo di ritiro spirituale per le nobildonne cittadine, ma anche luogo di accoglienza per le ragazze povere e non sposate che senza prendere  i voti lavoravano e risiedevano al suo interno e per tale motivo venivano chiamate “le monacelle”. Al suo interno si possono ancora ammirare la cappella, la biblioteca e i grandi saloni che ora vengono riservati a convegni e seminari mentre le terrazze panoramiche sono luoghi ideali per cene di gala. Proprio su una di questa terrazze con una scenografica vista sulla Gravina e sulla via Madonna delle Virtù, mentre ceniamo, abbiamo visto tramontare il sole e sorgere la luna piena.  
 
Ritorno
 
Usciti dalle Monacelle sul piazzale del Duomo godiamo di una spettacolare vista notturna sul Sasso Baresano. Continuando la nostra passeggiata percorriamo via del Corso ancora con le luminarie che ieri, festa della Madonna della Bruna hanno fatto da cornice al passaggio del Carro Trionfale. Qui incontriamo due coppie di Matera che ci illustrano lo svolgimento della festa che culmina in piazza Vittorio Veneto con l’assalto e la distruzione del carro votivo da parte dei cittadini che ne vogliono portare a casa un pezzo come ricordo. Sempre accompagnati dai questi signori giungiamo in via Lanera dove termina la nostra visita e ci attende  il bus che ci riporta al villaggio.
 
© Cachilli Paolo 2015
 
   
 
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